Lo spessore della traslucenza aumenta con l’età gestazionale, quindi per la sua valutazione non si può prescindere da una accurata datazione ecografica della gravidanza, considerato anche che questo indicatore di rischio (marker) ha significatività statistica solamente da 11,4 a 14,0 settimane, cioè quando il feto misura da 45 a 84 mm. L’esame è ugualmente accurato anche nelle gravidanze plurime, dato che il calcolo del rischio viene effettuato per ogni embrione singolarmente.
Gli studi sulla traslucenza nucale hanno dimostrato come questo marker sia in grado di identificare il 75% circa dei casi di Sindrome di Down, mettendo in allarme il 5% delle pazienti sotoposte al test, a patto che ci si attenga rigidamente alle regole di misurazione della traslucenza indicate nelle linee guida suggerite dalla Fetal Medicine Foundation.
L’importanza del rispetto di tali regole è stata dimostrata da diverse pubblicazioni che hanno evidenziato un aumento della capacità di individuazione dei casi di trisomia 21 (o Sindrome di Down), che passa dal 30 all’84% dopo avere modificato la tecnica di misura della traslucenza, adeguandosi al protocollo della Fetal Medicine Foundation. L’esperienza individuale del nostro centro, che conta tre operatori certificati, si basa su più di 20.000 pazienti nelle quali è stata misurata la NT e dimostra come con apparecchiature e training adeguato è possibile ottenere una corretta misurazione pressocchè nel 100% dei casi individuando l’80% circa dei casi di Sindrome di Down.
La misurazione della Traslucenza Nucale deve essere eseguita in modo preciso ed uniforme da chiunque voglia utilizzare tale strumento di screening e l’operatore deve ricevere una certificazione che dimostri il corretto apprendimento di tali regole ed impiegare un ecografo di elevata qualità per potere ottenere dei risultati validi. Gli operatori del Centro sono stati fra i primi in Italia ad ottenere tale certificazione già nel 1997.
Si raccomanda alle pazienti di assicurarsi che chi esegue tale particolare ecografia sia in possesso di tale certificazione che viene rinnovata di anno in anno dalla FMF, cui il medico deve sottoporre periodicamente i propri dati, a chi dimostra di eseguire correttamente l’esame. Si tratta di un vero e proprio controllo della qualità dei risultati che garantisce alla paziente che l’esame, estremamente delicato, venga eseguito in modo adeguato.
Nel frattempo sono stati studiati altri parametri di rischio ecografico per la Sindrome di Down che possono ulteriormente migliorare l’efficienza dello screening del primo trimestre: i principali sono il nucleo di ossificazione del naso, il dotto venoso ed il rigurgito della valvola tricuspide. Si tratta, però, di marcatori di rischio che richiedono particolari capacità ed esperienza specifica dell’ecografista, ancora superiori rispetto a quelli necessari alla misurazione della sola NT, ed ecografi di livello elevatissimo.
Includendo l’osservazione dell’osso nasale e/o degli altri marcatori nello screening del primo trimestre si migliora l’efficacia del test riducendo il numero dei falsi positivi, cioè degli allarmi inutili, al di sotto del 5%. Abbiamo quindi inserito nella routine di tutti gli esami che effettuiamo anche la ricerca del nucleo di ossificazione del naso. Questi ulteriori marcatori sono segni ecografici di interpretazione molto difficile e che richiedono una ulteriore certificazione da parte della Fetal Medicine Foundation; anche in questo caso gli operatori del Centro di Diagnosi Prenatale hanno ottenuto queste certificazioni da diversi anni, a garanzia della qualità del lavoro svolto.