Screening oncologico

Il Pap-test o esame citologico del secreto vaginale, è un esame semplice e rapido che si esegue nel corso della visita ginecologica, dopo l’inserimento di uno speculum in vagina che consente la visualizzazione e lo studio della cervice uterina. Il Pap-test è un test di screening, la cui funzione principale è quella di individuare nella popolazione femminile le donne a rischio di sviluppare un cancro del collo uterino. Inoltre il Pap-test può dare utili indicazioni sull’equilibrio ormonale della donna e riconoscere la presenza di infezioni batteriche o micotiche. Ogni donna che ha iniziato ad avere rapporti sessuali dovrebbe, anche in assenza di sintomatologia, fare il Pap-test. Per la sua esecuzione viene prelevata una piccola quantità di cellule del collo dell’utero con la spatola di Ayre e un tampone cervicale che, nella tecnica convenzionale, vengono strisciate su un vetrino per l’esame di laboratorio. Nella tecnica più recente in fase liquida una macchina provvede ad allestire un preparato a “ strato sottile “ . Indipendentemente dal tipo di allestimento, le cellule vengono quindi colorate ed esaminate al microscopio da un citologo o patologo che provvede a stilare un referto. In Italia la classificazione consigliata e più frequentemente utilizzata è il Sistema di Bethesda 2001 : le diverse risposte riflettono diverse probabilità di sviluppare o già presentare un tumore del collo dell’utero. In generale un test “ non negativo” richiede un approfondimento diagnostico ( colposcopia o biopsia ) o una ripetizione a breve scadenza del test. In altri casi una ripetizione dell’esame è dovuta semplicemente ad una insufficiente quantità delle cellule prelevate o ad una infezione o infiammazione che possono impedire la corretta interpretazione dell’esame.

Screening oncologico

Neoplasie della cervice uterina

Il prelievo deve essere effettuato lontano dal ciclo mestruale, da rapporti sessuali o dall’impiego di ovuli o lavande vaginali. In base alle linee guida europee e della Commissione Oncologica Nazionale, nella fascia compresa fra 25 e 64 anni, sarebbe opportuno effettuare il test almeno ogni tre anni. Negli Stati Uniti si esegue ogni 12 mesi. Il Pap-test non è indicato per lo screening dei tumori dell’endometrio o di altri organi dell’apparato genitale femminile; la sua sensibilità è valutata in circa il 60/70 % e questo significa che sono possibili dei falsi negativi, mentre la sua specificità è intorno al 98%, cioè circa nel 2% dei casi il risultato positivo del test non viene confermato da successivi accertamenti.

Nel prossimo futuro il ruolo del Pap-test come prevenzione dei tumori del collo dell’utero è destinato a cambiare. La scoperta che la maggior parte dei tumori del collo uterino sono dovuti al virus del papilloma umano (HPV ) ha portato alla scoperta di tecniche diagnostiche biomolecolari dotate di una sensibilità più elevata che ne ha prospettato l’utilizzazione come metodica di screening. Particolarmente promettente appare la prospettiva del vaccino per l’HPV, già utilizzato in Italia dal 2008 e distribuito gratuitamente alle ragazze nel 12° anno d’età, rivolto solo ai virus di tipo oncogenico più frequentemente causa di tumori del collo dell’utero, ma fino a quando l’efficacia e la durata nel tempo del vaccino non sarà dimostrata, è comunque necessario che anche le donne vaccinate continuino a sottoporsi allo screening con il Pap-test. Eseguire regolarmente il Pap-test , esame poco costoso e privo di rischi, consente quindi a tutte le donne di effettuare una diagnosi molto precoce dei tumori del collo dell’utero, permettendo di intervenire in tempo utile per ottenere una completa guarigione.